La puntata di ieri sera di Annozero è stata, a mio modesto avviso, un chiaro esempio di giornalismo ben fatto. Finalmente (finalmente!) la polemica destra/sinistra correlata al giornalismo sembra essere sorpassata. Se ciò dipenda dal fatto che il Ministro Mastella sembri più un espondente della CdL che un ministro del Governo Prodi, o da una considerazione obiettiva nei confronti del suo perato in qualità di Guardasigilli, poco importa. La mia ammirazione nei confronti della magistratura coraggiosa risale ormai ai primi anni Novanta quando, giovane liceale idealista, leggevo delle eroiche inchieste di magistrati che hanno pagato col sangue il loro onesto operato. Dagli omicidi Alfano,Livatino, Falcone, Borsellino (e, per dirla con la figlia di un altro noto magistarto calabrese assassinato, la lista sarebbe purtroppo lunga) sono passati anni. Adesso le cose, è vero, sono cambiate. Adesso non ci sono più la Mafia, la Camorra, la 'Ndrangheta che, da bravi esecutori materiali di mandanti più alti, si sporcano le mani. Adesso la morte non paga più. Adesso si usano metodi più ortodossi. I Magistrati fastidiosi, scaltri, onesti, probi vengono fatti girare come trottole, esposti alle onte delle indagini ministeriali e trattati come se fossero dei pusillanimi. Il fatto che io rimanga più "affascinata" (e mi si passi il termine aulico e poco consono all'argomento) da un'intervista pacata, asciutta e professionale di un De Magistris qualsiasi, anzichè dalle reprimende buffone e isteriche del Mago di Ceppaloni, è più un fatto privato, lo so. Ma sentire un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia parlare di intimidazioni, mi ha sinceramente lasciata non tanto incredula (chè in questo Paese ormai non ci stupiamo più di niente), quanto allibita per l'indomabile coraggio che la nostra classe politica continua ad avere nonostante tutto e tutti. Ma la cosa ancora più sconcertante è stata la platea riunita da Santoro per l'occasione: c'era Rita Alfano, c'era la ex socia di Saladino, c'era la figlia di Scopelliti, c'erano i ragazzi di Locri e quelli di Catanzaro, insieme con i giovani della Basilicata. E c'era lui, il fratello di Paolo Borsellino, che a luglio scrisse la sua pubblica accusa contro una classe politica che col suo silenzio si è resa complice delle tante stragi di stato che non trovano risposte.
Ed oggi che amarezza leggere sui giornali che anche Prodi s'indigna, che tutti fanno cerchio attorno a un uomo che delle intimidazioni ha fatto la sua personale scalata politica.
Che paese di merda.